Venezia, 6-8 Marzo 2014.
Tre giorni all’insegna della creatività e dell’ottimismo, con un intenso programma di formazione, networking e iniziative collaterali.
I lavori si sono tenuti presso il VTP Terminal 103, a Venezia San Basilio, direttamente sul porto fronte mare a simboleggiare l’aspetto commerciale e mercantile della Serenissima, auspicio per la ripresa del business nel settore degli eventi.
Si è lavorato su un progetto che vede il rilancio della meeting industry italiana, presentato da tutte le associazioni di categoria al Tavolo di Coordinamento MICE: Federcongressi&eventi compartecipe con Enit, Regioni e Province Autonome, Confturismo-Confcommercio, Federturismo- Confindustria, Confesercenti-Assoturismo. Il progetto e’ contenuto in un Documento programmatico sul rilancio della meeting industry italiana, che secondo le associazioni di categoria coniuga al meglio le azioni delle istituzioni e degli operatori e che e’ incentrato sulla costituzione di un Convention Bureau nazionale*.
Alla tavola rotonda conclusiva della Convention è intervenuto il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini
“Apprezzo il progetto del convention bureau nazionale privato: rompe un tabù che non ha più ragione di essere, perché pubblico e privato devono poter lavorare insieme”.
Il ministro si è espresso positivamente all’idea che l’organo di coordinamento e rappresentanza dell’offerta congressuale italiana sui mercati internazionali sia costituito e gestito dalle imprese, aggiungendo: “Dovremo ragiornarci insieme, perché ritengo ci sia comunque bisogno di una presenza del pubblico”. Ho accettato l’invito di Federcongressi&eventi perché ci tenevo ad ascoltare e a dare testimonianza che il turismo sarà un tema centrale per il governo Renzi. Nonostante il sistema funzioni poco i turisti continuano a volere venire in Italia: sono quindi convinto di essere stato chiamato alla guida del principale ministero economico del paese, e nell’ambito del turismo il settore congressuale costituisce certamente una miniera. Condivido la necessità di una riforma del Titolo V, e non solo per il turismo, ma non possiamo aspettare, perché i tempi di modifica saranno lunghi. Occorre quindi rivedere il ruolo dell’Enit, per quanto possibile con la normativa vigente, e anticipare i tempi. Mettiamoci a lavorare insieme, perché la sfida la dobbiamo vincere tutti insieme”.
A presentare il progetto è stata Carlotta Ferrari, vicepresidente di Federcongressi: “L’idea di creare un bureau nazionale di natura privata costituisce un cambio di approccio culturale da parte delle imprese italiane del settore, che hanno deciso di agire direttamente per rilanciare un comparto strategico senza aspettare un intervento politico ‘dall’alto’. Con questo progetto chiediamo dunque a Enit di concentrarsi sulle attività che gli sono proprie, cioè quelle di promozione e comunicazione istituzionale del brand Italia, e di lasciare ai privati il compito di cercare e concretizzare le opportunità di business, in collaborazione con le Regioni ma in totale autonomia economica” .
Il modello di governance individuato è quello della rete di imprese, che lascia autonomia ai singoli membri e consente il rapido l’ingresso di altri anche dopo la costituzione:
“La rete, per la quale abbiamo previsto un orizzonte temporale iniziale di 5 anni, sarà composta da destinazioni o soggetti che le rappresentano, come i poli congressuali laddove manca un’aggregazione territoriale, e affilierà in modalità di partenariato gli altri player del comparto. Le quote di rete varieranno a seconda della tipologia dei soci, per un budget iniziale del bureau stimato in 320mila euro che potrà contare anche sulle risorse di sponsor” ha spiegato la Ferrari.
“La mission del convention bureau nazionale sarà quella di procacciare opportunità di business facilitando l’incontro fra domanda e offerta, intercettare le richieste e distribuirle sui territori. Inoltre, il bureau si concentrerà su alcuni obiettivi strategici, come stimolare la nascita di convention bureau locali nei territori che ne sono sprovvisti, organizzare la formazione degli operatori privati, collaborare alla realizzazione dell’Osservatorio Congressuale Italiano, condurre studi e ricerche di mercato, suggerire a Enit un indirizzo tecnico per la programmazione delle attività promozionali. Contiamo di avviare la rete entro aprile, per arrivare operativi ad IMEX 2014, la fiera di Francoforte che si terrà a maggio” ha concluso Carlotta Ferrari.
“Il congressuale, insieme a Expo, è oggi nell’ambito del turismo il maggiore elemento di accelerazione del cambiamento, che genera entusiasmo e restituisce senso e significato al lavoro di Enit” ha commentato Andrea Babbi, direttore generale di Enit, durante la tavola rotonda seguita alla presentazione del progetto. Dopo avere ripercorso le tappe del precedente convention bureau nazionale, costituito nel 2011 e chiuso a fine 2012, Babbi ha definito il nuovo progetto innovativo: “L’idea è che tutti – Enit, Regioni, privati – facciano quello che devono fare, senza contrapposizioni inutili e controproducenti. Il Ministro ha la fortuna di arrivare in un momento di sentiment positivo e propositivo: per questo progetto non occorre trovare fondi, perché ci sono 2 milioni rimasti dai fondi del bureau precedente, 3 milioni messi a disposizione del congressuale dalle Regioni e i privati disposti a investire. Si aprono possibilità per un lavoro di tipo nuovo, e ci affidiamo al nuovo ministro in questo spirito di collaborazione”.
Positivi anche i rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno contribuito all’elaborazione del progetto e che alla tavola rotonda non hanno però mancato di sottolineare le inefficienze del sistema Italia: “Ben venga il progetto del convention bureau nazionale, l’iniziativa è un bell’esempio per tutti” ha detto Renzio Iorio, presidente di Federturismo-Confindustria, “ma se a doverlo mettere in piedi, in un paese con 13mila enti publici che si occupano di turismo, sono i privati, significa che il sistema non funziona, nonostante i costi miliardari a carico dei contribuenti. È necessaria, in primis, la revisione del Titolo V della Costituzione, per restituire al paese un coordinamento nazionale sul turismo”. Ha concordato Marco Michielli, vicepresidente di Confturismo-Confcommercio: “Per il turismo la modifica del Titolo V è necessaria. Non si tratta di togliere competenze agli assessori al Turismo, ma ciò che deve essere venduto nel mondo è il brand Italia, perché quelli regionali non li conosce nessuno. In questo senso abbiamo grande speranza nel contributo che il nuovo ministro Franceschini potrà dare”.
*Il Convention Bureau rappresenta un network professionale di enti pubblici e operatori privati, dove la conoscenza capillare del territorio dei primi si coniuga con partner qualificati in grado di offrire servizi e strumenti flessibili adatti alle esigenze di ogni organizzatore di eventi.